IL SISTEMA CURTENSE
La crisi impose la riorganizzazione della vita economica,
che divenne:
-
locale: per
l’arresto dei traffici;
-
agraria:
perché la terra diventò quasi l’unica fonte di ricchezza;
-
poco
differenziata: perché ogni comunità ricercò l’autosufficienza.
Di conseguenza in Occidente si affermò così una nuova
organizzazione produttiva: il sistema
curtense.
Durante l’Alto
Medioevo, cioè il periodo inteso dalla caduta dell’Impero romano fino
all’anno mille, la terra venne progressivamente divisa in possedimenti chiamati
curtes che appartenevano a un dominus (il re, la Chiesa od un signore
locale).
Ogni curtis era
divisa in due parti:
-
la pars domenica
(da dominus): riservata al padrone e
da lui gestita attraverso il lavoro dei
suoi servi;
-
la pars massaricia
(da massarius, “contadino”):
suddivisa in mansi, appezzamenti
affidati a servi o a contadini liberi. Questi, in cambio dell’uso del terreno,
dovevano versare parte del raccolto e pagare i tributi al signore, oltre a
lavorare i terreni della pars dominica
per un certo numero di giornate (corvèes).
Si diffuse la servitù
della gleba che vietava, ai contadini che vi erano sottoposti, di lasciare
la terra che coltivavano.
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