martedì 20 novembre 2012

LA RINASCITA: LO SVILUPPO AGRICOLO E DEMOGRAFICO

Tra l'XI e il XIII secolo l'Europa conobbe una fase di ripresa economica e demografica, definita dagli storici "rinascita dell'Occidente". Avvenne infatti una crescita demografica testimoniata dall'estensione delle cinte murarie delle città, l'allargamento delle coltivazioni, la creazione di nuovi insediamenti. Questa crescita della popolazione deve essere posta in relazione con un aumento delle disponibilità economiche.
La ripresa fu il prodotto di vari fattori:
- il clima cambiò diventando più favorevole all'agricoltura;
- cessarono le invasioni che causarono devastazioni nel IX e X secolo;
- nuovi strumenti modificarono il modo di lavorare dei contadini;
- migliorarono le tecniche agricole;
- nuove terre vennero bonificate.

Intorno al Mille si diffuse un collare rigido che si appoggiava sulle spalle dell'animale e che non gli impediva di respirare anche quand'era sotto sforzo. Ciò ne migliorò la produttività e rese ancora più efficace l'introduzione di un nuovo tipo di aratro, il cosiddetto aratro pesante ( un aratro di ferro montato su ruote, che ne rendevano più agevole il traino ).
L'aratro era dotato di un vomere, una lama con la funzione di fendere orizzontalmente la terra da rivoltare; di un coltro, un'ulteriore lama posta davanti al vomere che tagliava la terra andando in profondità; di un versoio, uno strumento che rovesciava la zolla. L'uso del ferro si rivelò fondamentale sia per la preparazione del terreno sia per l'ampliamento delle zone coltivabili. Inoltre venne introdotta la ferratura degli zoccoli per i cavalli e il cavallo da tiro sostituì il bue.
A queste invenzioni, si aggiunse la diffusione del mulino ad acqua o a vento. Con il mulino si potevano compiere con più rapidità molte attività che prima venivano svolte manualmente: macinare il grano, azionare i mantici per fondere i metalli, far funzionare le pompe per prosciugare i terreni.
Il perfezionamento delle attività agricole determinò una progressiva diminuzione delle corvèes che gli affittuari dovevano svolgere sulla pars dominica, e contribuì anche ad allentare i legami economici tra le due parti del sistema curtense.

L'unico concime conosciuto era il letame, ma da solo non era sufficiente a ricostruire la scorta di sostanze chimiche indispensabile a far crescere nuove piante. Perciò era necessario far riposare periodicamente il terreno con la rotazione delle colture.
Prima del Mille, le zone coltivabili erano pre lo più divise in due parti (rotazione biennale): metà terreno veniva coltivato per esempio a cereali; mentre l'altra metà era lasciata a maggese e serviva per il fieno e il pascolo degli animali; l'anno successivo la situazione si invertiva.
Verso il Mille, venne estesa in gran parte del territorio europeo, dove le condizioni climatiche lo consentivano, la rotazione triennale già nota dal secolo IX nell'Europa atlantica: un terzo dei campi era seminato in autunno, un terzo era seminato in primavera e un terzo era lasciato a maggese.

Tra il X e il XIII secolo la popolazione europea raddoppiò: si calcola che intorno al Mille in Europa vivessero circa 40 milioni di abitanti e che agli inizi del 1300 ve ne fossero invece circa 80 milioni.
Sulle zone conquistate all'agricoltura sorsero numerosi villaggi, il cui nome testimonia la condizione boschiva originaria dei terreni sui quali vennero edificati.
Furono anche bonificate zone paludose e gli uomini iniziarono a stanziarsi sulle montagne, prima abitate solo da monaci ed eremiti.

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