Tra il X il XII secolo,
lo Stato attraversò una crisi che lo portò alla disgregazione: a
causa dei territori troppo vasti, i sovrani delegarono le funzioni
dello Stato ai feudatari, che iniziarono però a comportarsi da
sovrani.
Le funzioni
amministrative e di governo esercitate una volta dagli ufficiali,
iniziarono ad essere svolte dalle singole famiglie. La popolazione
venne assoggettata da signori che amministravano la giustizia,
chiedevano prestazioni militari e riscuotevano imposte. Le aree
rurali divennero parti di possedimenti terrieri di diversi signori.
Queste si estendevano intorno ad un castello fortificato al cui interno vivevano il signore, in suoi cavalieri ed i contadini che lavoravano le terre.
Queste si estendevano intorno ad un castello fortificato al cui interno vivevano il signore, in suoi cavalieri ed i contadini che lavoravano le terre.
Ogni signore
considerava le funzioni ad egli affidate come parte del proprio
patrimonio, motivo per il quale queste venivano lasciate in eredità,
donate o vendute.
Dalla disgregazione
dell’autorità statale derivò una generale insicurezza, così i
sudditi iniziarono a rivolgersi al re per veder garantiti i propri
diritti, inoltre le monarchie, i principati e i Comuni iniziarono a
limitare i poteri dei signori in modo da rafforzare lo Stato.
Nel XII-XV secolo si
svilupparono in Europa le monarchie feudali, caratterizzate da un
contratto tra sovrano e sudditi che comportava:
- Che il sovrano garantisse i privilegi dei nobili, del clero e dei cittadini;
- L’impossibilità di introdurre innovazioni senza il consenso dei sudditi (che si riunivano a dibattere in parlamenti);
- La possibilità di deporre il sovrano che non rispettasse questo contratto.
Il re poteva scegliere
senza consultare i parlamenti solo nei periodi di guerra che, essendo
molto frequenti in quel periodo, venivano sfruttati dal re per
accentrare il potere. La conseguente rapida ascesa del sovrano segnò
la nascita dello Stato moderno, le quali caratteristiche furono:
- l’accentramento del potere, che comportò lo scontro tra monarca e ceti privilegiati;
- la territorialità, in contrasto con l’universalismo dell’Impero e del papato;
- la concezione patrimoniale e dinastica dello Stato, considerato un bene di proprietà del sovrano e trasmesso in eredità;
- l’organizzazione incentrata sulla corte, attraverso la quale il re guidava l’esercito e la burocrazia.
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